LA RISURREZIONE DI GESU’ CRISTO

analisi di LUCA 24: 36-43

        Il passaggio di Luca 24: 36-43 viene spesso citato per comprovare che Gesù sarebbe stato risuscitato con un corpo carnale, anziché spirituale.

           Ecco come la traduzione Nuova Diodati rende questa narrazione:

 “Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso si rese presente in mezzo a loro e disse loro: «Pace a voi!». Ma essi, terrorizzati e pieni di paura, pensavano di vedere uno spirito. Allora egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché nei vostri cuori sorgono dei dubbi? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono io. Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io». E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché essi non credevano ancora per la gioia ed erano pieni di meraviglia, egli disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?». Ed essi gli diedero un pezzo di pesce arrostito e un favo di miele. Ed egli li prese e mangiò in loro presenza”.

          Da questo passo molti esegeti della cristianità traggono la conclusione che Gesù stesso dichiarò di non essere uno spirito, e di conseguenza di aver assunto un corpo carnale glorificato alla risurrezione. E’ coerente questa conclusione con l’insegnamento generale della Sacra Scrittura? L’evidenza indica che tale conclusione non è esegeticamente fondata. Che Gesù fosse, dopo la resurrezione, in realtà uno spirito si evince da diverse affermazioni esplicite contenute nella Bibbia.  

           In I Corinti 15:45-47 l’apostolo Paolo commentò:

 “il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo.”

           Anche l’apostolo Pietro afferma coerentemente che alla risurrezione Gesù assunse   un corpo spirituale. In 1 Pietro 3:18 si legge:

 “Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito”. CEI. (Nel testo greco le parole “carne” e “spirito” sono messe in contrapposizione e sono entrambe al dativo; per essere coerenti, quindi, si deve usare la stessa preposizione sia davanti a “carne” che davanti a “spirito”).

           Similmente Luca scrisse in Atti 10:40, 41:

 ‘Dio destò il terzo giorno [Gesù Cristo] e gli concesse di manifestarsi, non a tutto il popolo, ma a testimoni costituiti in anticipo da Dio’. (Perché non lo videro anche gli altri? Perché era una creatura spirituale, e quando per rendersi visibile materializzò corpi carnali, come avevano fatto angeli nel passato, lo fece solo in presenza dei suoi discepoli).

           Questi passi ci dichiarano in maniera  molto eloquente che alla risurrezione Gesù divenne spirito datore di vita o vivificante, non un essere carnale, seppure “glorificato”.

           Come si può pertanto risolvere l’apparente contraddizione fra queste dichiarazioni esplicite e  il passo Lucano?

           Uno spunto importante per risolvere questa apparente situazione antitetica lo troviamo in Atti 23:8,9 nel quale si legge:

 “I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione, né angeli, né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. Ne nacque allora un grande clamore e alcuni scribi del partito dei farisei, alzatisi in piedi, protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest'uomo. E se uno spirito o un angelo gli avesse parlato davvero?».”

           L’Angelo e lo Spirito sono citati insieme sebbene sono due entità differenti – Spirito o un Angelo. Ora, non c’è alcun dubbio che gli Angeli sono in realtà Spiriti. Riguardo a questo la Bibbia ci dice in Ebrei 1:7:

  “E mentre degli angeli dice: «Dei suoi angeli egli fa dei venti (greco pneumata, spiriti), e dei suoi ministri fiamme di fuoco», Nuova Riveduta.

 “E di Angeli Egli disse, ed Egli fa dei suoi Angeli Spiriti  e dei  suoi servitori una fiamma di fuoco”. (Versione Re Giacomo, traduzione dall’inglese) 

          Ma perche Atti 23: 8.9 dovrebbe differenziare un Angelo da uno Spirito? Non è irragionevole concludere che tale distinzione trovi il suo razionale nel fatto che uno è riferito al Santo Angelo di Dio e l’altro è uno Spirito maligno, chiamato anche Demone. In un’occasione quando i discepoli di Gesù non furono in grado di espellere un Demone da un giovane uomo, il padre del giovane chiese a Gesù di farlo. La spiegazione nel capitolo 9 di Marco, nel versetto 20, fa riferimento al Demone semplicemente come a uno ‘Spirito’.

 “E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando”. CEI

           Un altro esempio si  trova in Atti 16:16,18:

 “Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una giovane schiava, che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l'indovina. Essa seguiva Paolo e noi gridando: «Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza». Questo fece per molti giorni finché Paolo, mal sopportando la cosa, si volse e disse allo spirito: «In nome di Gesù Cristo ti ordino di partire da lei». E lo spirito partì all'istante1.” CEI       

           Lo “Spirito” in questi brano non è un Santo Angelo ma uno Spirito maligno.

           Prima del Diluvio, gli spiriti malvagi, o ‘angeli caduti ’ avevano la possibilità di materializzarsi come esseri umani. Questo è evidente dal racconto di Genesi 6:1,2, il quale dice:

  “Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e nacquero loro delle figlie, avvenne che i figli di DIO videro che le figlie degli uomini erano belle, e presero per loro mogli tutte quelle che essi scelsero”. Nuova Diodati

           I figli che risultarono da questa unione innaturale furono i giganti chiamati Nefilim.

           Il versetto 4 di Genesi aggiunge:

 “Vi erano dei giganti sulla terra a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di DIO si accostarono alle figlie degli uomini e queste partorirono loro dei figli. Essi sono gli eroi che esistettero nei tempi antichi, sono gli uomini famosi di quei tempi.”

          Questi  ‘figli di Dio’2 persero evidentemente la capacità di materializzarsi pienamente dopo il Diluvio perché non troviamo più alcun chiaro riferimento alla piena materializzazione degli angeli ribelli, figli di Dio. Dopo il Diluvio, gli spiriti hanno dovuto ricorrere all’intervento di Medium spiritici per poter diventare visibili. 3   I santi angeli non hanno mai richiesto l’intervento di Medium spiritici e quindi questi spiriti buoni sono stati in grado di materializzarsi pienamente sia prima che dopo il Diluvio.4 Questo significa che gli ‘angeli’ posso materializzarsi gli ‘spiriti’ no. 

         Tornando a Luca 24: 36-43 alla luce delle Scritture sopra commentate, riusciamo ad avere un quadro chiaro della reale natura corporale di Gesù, allorché venne risuscitato.   Ricordate che il passo lucano afferma che i discepoli “erano terrorizzati e spaventati, e immaginarono di aver visto uno spirito”. Se essi pensavano fosse uno spirito buono, un santo angelo, perché avrebbero dovuto essere terrorizzati e spaventati? Piuttosto, avrebbero dovuto rallegrarsi, anche se effettivamente spaventati, da una tale presenza in quel momento. Gesù ricordò loro che lo ‘spirito’, nella fattispecie uno spirito malvagio, non può più divenire “carne e ossa” 5. Comunque, non c’era nulla di cui essere terrorizzati. 

          Teniamo presente che dopo la sua risurrezione, Gesù non apparve sempre con lo stesso corpo materializzato (forse per imprimere nella loro mente il fatto che egli ormai era uno spirito), per cui non veniva immediatamente riconosciuto nemmeno dai suoi intimi compagni. (Giov. 20:14, 15; 21:4-7) Comunque, apparendo loro ripetute volte con corpi materializzati e dicendo o facendo cose che permettevano loro di riconoscere in lui il Gesù che conoscevano, rafforzò la loro fede nel fatto che era stato veramente risuscitato dai morti.

          Inoltre, se i discepoli avessero realmente visto Gesù col corpo che egli ha ora in cielo, come sostengono le chiese della cristianità, Paolo non avrebbe successivamente detto che il Cristo glorificato è ‘l’esatta rappresentazione dello stesso essere di Dio’, perché Dio è uno Spirito e non ha mai avuto un corpo carnale. — Ebr. 1:3; confronta 1 Timoteo 6:16.

           Possiamo appropriatamente concludere che  Gesù divenne “spirito vivificante”, alla sua risurrezione, come giustamente Paolo riporta in I Corinti 15:45-47. Quello che si evince dalla dichiarazione di Gesù in Luca 24:36-43 è semplicemente che non fosse  uno spirito maligno. Ma sarebbe un errore concludere che assunse di nuovo quel  corpo carnale dato in sacrificio per la redenzione del genere umano.

 - Note -

 1   Vedere anche: Matteo 12:45-45 , Luca 4:33-36, Atti 19:15-16

2   Notare come sono chiamati gli angeli “figli di Dio” in Giobbe 1:6, 2:1, 38:4-7.

3 Vedere Levitico 19:31, 20:27,; Deut.18:11; 2 Re 21:6; 1 Cronache 10:13; Isaia 29:4.

4   Genesi 18:1 – 19:1-22; 32:24-30; Giosuè 5:13-15; Giudici 13; Luca 24:1-11; Atti 12:6-11.

5   Nota i riferimenti a ‘Carne e ossa’ in Genesi 29:14; Giudici 9:2; 2 Samuele 5:1.

  

Scritto da Hal Fleming, biblista, docente di ebraico, nonché anziano dei testimoni di Geova.

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