Salvezza e chiesa cattolica

INTERNI Martedì 27 Febbraio 2001

Ratzinger «piega» DUPUIS
Luca Tomasi

CITTÀ DEL VATICANO Il teologo gesuita DUPUIS rientra nei ranghi: ha infatti accettato di firmare una dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede a proposito del suo libro del 1997 «Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso».

E così per Ratzinger si tratta di un'altra occasione per ribadire che è «erronea l'opinione che considera le varie religioni come vie complementari alla Chiesa in ordine alla salvezza».

Non solo la Chiesa è l'unica strada per salvarsi, ma - spiega Ratzinger - «non ha alcun fondamento nella teologia cattolica» ritenere le altre religioni, «considerate come tali, vie di salvezza, anche perché in esse sono presenti lacune, insufficienze ed errori, che riguardano le verità fondamentali su Dio, l'uomo e il mondo.

Né i loro testi sacri possono considerarsi complementari all'Antico Testamento, che è la preparazione immediata allo stesso evento di Cristo».

 

Padre DUPUIS, invece, teologo gesuita, docente alla Università Gregoriana, grande esperienza nell'India delle religioni millenarie, nel libro in questione si mostrava cauto e quantomeno possibilista. E dietro di lui c'è l'esperienza di tanti teologi cattolici che aprono vie concrete di dialogo e di preghiera con l'Oriente.

Ma questa attenzione è caduta sotto la scure del Vaticano, che ha messo sotto esame il volume, ha bloccato l'insegnamento a DUPUIS, finché il teologo non ha accettato di sottoscrivere una dichiarazione che appunto riconosce che solo nella Chiesa cattolica è possibile la salvezza. La dichiarazione di ieri si appoggia sulla «Dominus Jesus», il documento di settembre che appunto affronta il tema in questione, negando che nelle altre religioni possano darsi elementi compatibili con la visione cristiana della salvezza dell'uomo. Quel testo suscitò grandi polemiche, provocando una stasi nel dialogo interreligioso. Alle critiche di allora, risponde anche il documento di ieri, sottolineando che la Chiesa ha il dovere di indicare ai fedeli la «certezza teologica e precisando così le basi dottrinali sicure per conservare 1'integrità del deposito della fede».


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