Primato petrino

SETTIMANA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI:
LE PAROLE DEL PAPA SUL PRIMATO DIVIDONO

31717. ROMA-ADISTA.

"L'anelito per l'unità non deve venir meno nella vita quotidiana delle Chiese e Comunità ecclesiali, come anche nella vita dei singoli fedeli. In questa prospettiva, mi è parso utile proporre una riflessione comune sul ministero del Vescovo di Roma, costituito perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità'(Lumen Gentium, 23)". Durante la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, Giovanni Paolo II così si è espresso nel corso dell'udienza di mercoledì 22 gennaio, non limitandosi ad esortare i fedeli "a ricomporre la piena comunione" ma tornando sulla delicata questione del primato di Pietro, da sempre oggetto del contendere fra le varie confessioni cristiane. Anteponendo la citazione del documento del Concilio a quella del brano della Ut unum sint in cui egli stesso invitava a trovare una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova, il Papa ha ribadito che proprio il primato petrino è il garante di quest'unità.

Le reazioni non si sono fatte attendere, in particolare in ambito protestante. Il pastore valdese Daniele Garrone, presidente della Commissione per le relazioni ecumeniche delle chiese battiste, metodiste e valdesi, nonché docente alla Facoltà di teologia valdese di Roma, in un comunicato stampa diffuso dall'agenzia Notizie evangeliche, ha affermato: "C'è da chiedersi se la Settimana di preghiera non sia l'ambito meno opportuno per riproporre la propria visione (in questo caso quella romana) dell'unità. Proprio in questa settimana dovremmo concentrarci tutti sul primato dello Spirito, sull'unità che esiste in Cristo e che confessiamo nel Credo". In realtà - prosegue il professor Garrone - "è il primato stesso a costituire un problema per l'ecumene". D'altra parte, "grazie a Dio, il cammino ecumenico va avanti, senza che ci venga ricordato ad ogni piè sospinto che, nella visione di Roma, le chiese evangeliche non possono essere definite 'sorelle' e senza che nessuno si ricordi, neppure tra i cattolici, che Roma rivendica comunque il primato". Per cui la domanda nasce spontanea: "E se Roma reiterasse proprio le affermazioni che hanno meno incidenza nella realtà?".

Il pastore battista Domenico Tomasetto, membro della stessa Commissione e già presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dal canto suo, considera che: "Il papa, collegando nella sua riflessione l'enciclica Ut unum sint (…) alla Lumen Gentium (…) chiude ogni prospettiva per un dialogo reale". E precisa: "Per noi protestanti, l'unità della chiesa è già presente in Gesù Cristo", mentre restano "divise fra di loro le diverse confessioni cristiane che vi fanno riferimento".

http://www.adista.it/numeri/adista03/adi9/adi9-settimana.htm

 

  

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