Perdono a Dio, non agli uomini

Lunedi 13 marzo 2000
Redazione

Quello che Giovanni Paolo II non ha detto durante la solenne messa del perdono celebrata ieri a San Pietro ha suscitato reazioni appassionate. Al di là della sua richiesta di perdono a Dio, molti pretendevano un mea culpa più esplicito, accompagnato da precise scuse. Il rabbino capo di Israele, ad esempio, si è detto profondamente frustrato per la mancata menzione all'Olocausto. I missionari cattolici che lavorano nei campi zingari romani si sono chiesti perché l'olocausto degli zingari non sia stato citato. Si sono lamentati anche i rappresentanti dei gay. Nella messa speciale di ieri, il papa ha chiesto perdono per i peccati dei cattolici di tutte le epoche, compresi quelli commessi contro gli ebrei, le donne e le minoranze. Ma ha parlato in termini molto generici, senza nominare l'Olocausto, l'Inquisizione o le Crociate, ed elencando solo pochi e specifici gruppi di "vittime".

Le parole del mea culpa papale sono state dosate col solito precisissimo bilancino della Curia romana, finalizzato a non intaccare il prestigio e la reputazione della Chiesa di Roma.Malgrado le critiche, le scuse pubbliche, ufficiali e spettacolari recitate ieri sono una tappa importante del pontificato di questo fragile papa settantanovenne, malato e deciso a ripulire e rinvigorire il cattolicesimo nel suo terzo millennio. Giovanni Paolo e i cinque cardinali e due vescovi che hanno officiato la messa solenne erano vestiti di viola, il colore della penitenza. Il mea culpa è stato recitato con voce chiara, accompagnata dal solito tremito del Parkinson. Il momento culminante della cerimonia è stato l'abbraccio papale al grande crocifisso dell'altare, implorando il perdono divino. Il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls ha specificato che non era intenzione del papa chiedere perdono agli uomini.

Il papa - ha spiegato Navarro-Valls - si è rivolto esclusivamente a Dio. Ci si aspetta che Giovanni Paolo II, in occasione della sua prossima visita in Terra Santa, dal 20 al 26 marzo, sia più esplicito a proposito dell'Olocausto. Si vedrà se sceglierà di usare il bilancino della Curia o se approfondirà il mea culpa di ieri. Pochi si aspettano scuse più esplicite, anche per il desiderio papale di preservare e difendere la figura di Pio XII, papa in tempo di guerra, silente durante l'Olocausto. (Tratto da www.lettera22.com; e.a.)

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