Venezia, 15 lug. - (Adnkronos) - I funerali non sono piu' quelli di una volta. Troppo pochi quelli che, ormai, si celebrano in parrocchia. Colpa della 'fretta' dei familiari che preferiscono rendere l'ultimo saluto al defunto in ospedale. L'allarme viene dai parroci del centro storico di Venezia. ''Ormai la tendenza consolidata - dice don Natalino Bonazza - e' quella di morire sempre piu' raramente nella propria abitazione. L'ospedale e la casa di riposo sono diventati i luoghi usuali del trapasso''. E allora che succede? ''Sempre piu' spesso - prosegue il sacerdote - accade che, per risparmiare tempo, il rito funebre si liquida direttamente nella cappella dell'ospedale o al cimitero, senza andare in parrocchia''. Una pratica che sta prendendo sempre piu' piede nella citta' lagunare e che, a parere di don Natalino, ''rischia di trasformare il funerale in un fatto anonimo, facendo venire meno il senso dell'appartenenza che solo la propria comunita' parrocchiale puo' trasmettere''. Ad individuare le cause di questa tendenza e' un altro sacerdote del centro storico della citta', padre Leopoldo Fior. ''Sembra che le pompe funebri non capiscano -dice- che il rito funebre ha bisogno di una sua serenita' e che c'e' bisogno di tempo per fare una celebrazione seria''. Per questo il padre lancia un appello ai colleghi: ''Anche noi parroci -afferma- dobbiamo avere il coraggio di prendere posizione, richiamando i valori di fondo, concordando qualche regola, mettendo ben chiaro che il funerale in parrocchia ha un valore forte''. E allora che fare per far tornare i funerali nelle parrocchie di Venezia? Don Natalino Bonazza ha le idee chiare. ''E' necessario riscoprirli come momenti evangelici che mettano insieme l'annuncio di fede e la vicinanza alle persone nel territorio''. ''Solo cosi' - incalza padre Leopoldo - si potranno aiutare le famiglie a non vivere in maniera del tutto anonima il lutto''. Adnkronos