Guerra giusta

Vescovi Usa: Ecco perché questa è una guerra giusta  

Il papa tace. Ma fa parlare i vescovi della nazione in prima linea nel conflitto. E per i pacifisti è la disfatta  di Sandro Magister

Con 167 voti contro 4, i vescovi degli Stati Uniti hanno approvato e pubblicato il 14 novembre un “Messaggio pastorale” sulla guerra. La guerra scatenata dall’attacco alle Twin Towers.  Il messaggio è così intitolato : “Vivere con fede e speranza dopo l’11 settembre”. E inizia con le parole di Gesù nel discorso della montagna: “Beati i pacificatori, perché saranno chiamati figli di Dio”. Ma nel suo nocciolo legittima il «giusto» uso della forza militare. E argomenta ampiamente tale tesi.   Questo è il link al suo testo integrale, nel sito della Conferenza episcopale degli Stati Uniti:  A Pastoral Message: Living With Faith and Hope After September 11 <http://www.nccbuscc.org/sdwp/sept11.htm>   L’importanza di questo messaggio sta nel fatto che è il più autorevole pronunciamento sulla guerra sinora emesso dalla gerarchia della Chiesa cattolica. La linea di “understatement” adottata fin dall’11 settembre dal papa – silenzioso sui pro e i contro della risposta armata all’attacco terroristico – ne accresce ancor più il valore. Giovanni Paolo II ha voluto che ad esprimersi per esteso siano proprio i vescovi della nazione più colpita. E più in prima linea nel conflitto.   Il messaggio dei vescovi Usa non ignora che in campo cattolico c’è chi si oppone alla guerra. Definisce «una valida scelta cristiana che esige rispetto» quella di chi «professa per principio una posizione di nonviolenza e sostiene che i mezzi non militari sono la sola legittima risposta». E in effetti, nella fase di elaborazione del messaggio, alcuni vescovi avevano presentato emendamenti che puntavano a fare di questa professione di nonviolenza assoluta il nucleo centrale del messaggio.   Ma questi emendamenti sono stati respinti. Il cardinale Bernard Law, presidente del comitato che ha curato il documento, ha spiegato che il pacifismo assoluto «non può rimpiazzare l’insegnamento cattolico tradizionale sulla legittimità e i limiti dell’uso della forza». Ogni cristiano può abbracciare la nonviolenza. Ma non può esigere che la sua scelta sia assunta dall’insieme dell’episcopato e dall’intero corpo dei fedeli.  Questo è il link alle osservazioni del cardinale Law in margine alla stesura del documento, utili per capirne la genesi:  Remarks Regarding the Pastoral Message on the Aftermath of September 11 <http://www.nccbuscc.org/sdwp/lawspeech.htm>  Tra chi ha lavorato alla stesura c’è un vescovo americano di rito caldeo, iracheno di nascita, Ibrahim Ibrahim.  E c’è Mary Ann Glendon, una politologa della Harvard University che fa parte da anni del think tank di Giovanni Paolo II. Della quale trovate in questo sito il profilo:  Janne e Marianna, l’altra metà del papa <http://www.espressonline.kataweb.it/ESW_articolo/0,2393,13750,00.html>  Tra le proposte operative del documento, c’è la cessazione delle sanzioni economiche sull’Iraq.   E c’è anche l’invito ai cattolici a digiunare un giorno alla settimana, per tutta la durata del conflitto.  In appendice, il messaggio riporta brani del “Catechismo della Chiesa cattolica” sul tema della guerra e un passaggio d’un documento dei vescovi Usa del 1993, sempre sul tema della «guerra giusta».  In Italia, la linea della Conferenza episcopale – anch’essa favorevole a una risposta armata al terrorismo, «il più possibile limitata, senza rappresaglie indiscriminate» – è stata espressa il 24 settembre dal suo presidente, cardinale Camillo Ruini:  Ruini: siamo tutti americani <http://www.espressonline.kataweb.it/ESW_articolo/0,2393,25002,00.html>  Mentre a dar voce al pacifismo, nell’episcopato, è stato Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta, in un’intervista del 9 novembre al “Corriere del Mezzogiorno”. Pacifismo, peraltro, non assoluto. Nella stessa intervista, infatti, Nogaro ha definito «guerra necessaria» quella combattuta contro Hitler e il nazismo. E non ha esplicitamente condannato tutte le guerre oggi in atto nel mondo. In particolare, non ha chiesto ai cristiani palestinesi di deporre le armi.  <http://www.espressonline.kataweb.it/ESW_articolo/0,2393,28399,00.html>

 

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