Chiese e sette

Per la prima volta esce in Italia una Enciclopedia: ai culti minoritari aderiscono oltre un milione di persone

(tratto da Il Sole 24 Ore del 19.03.2001)

Quanto costa la religione «alternativa»Cresce il contenzioso di chi, dopo aver abbandonato i movimenti, chiede la restituzione dei soldi versatiFrancesco Antonioli

C’è di tutto nell’"Enciclopedia delle religioni in Italia", in libreria ad aprile per i caratteri della torinese Elledici sul modello dell’analoga pubblicazione americana di J.Gordon Melton. Farà discutere a lungo. La firma è del Cesnur, il Centro studi sulle nuove religioni di Torino, e di suoi quattro ricercatori, che hanno censito quasi 650 differenti sigle riunite in 38 "famiglie": dalle chiese tradizionali ai movimenti dei dischi volanti, dai neo-templari ai satanisti, dai gruppi di "magia cerimoniale" a quelli neo-sciamanici.

Storia, nomi, indirizzi. Un’invasione delle sette? «Mito da sfatare», sostengono al Cesnur. Che aggiungono: le minoranze religiose salgono al 3,50% della popolazione residente (i più strutturati sono i 400mila Testimoni di Geova); crescono l’area del "potenziale umano" (100mila persone, frequentatori soprattutto di Scientology), e la galassia New Age (circa 20mila). Non più "fedeli", ma "clienti" e "fruitori". E poi basta con il termine "setta", troppo negativo: meglio "nuovi movimenti religiosi".

Secondo una stima del Telefono Antiplagio (www.antiplagio.org) il «costo complessivo annuo sostenuto dagli italiani per il solo ingresso in un gruppo o in una setta» ammonterebbe a 50 miliardi di lire l’anno. Senza considerare quanto ruota intorno al mondo dell’occulto, un fatturato annuo sommerso di circa seimila miliardi di lire. «Cifra ancora ottimista — spiegano al Telefono Antiplagio — rispetto a una stima avanzata dalla Conferenza episcopale italiana a metà anni 90».

La cronaca segnala molti casi di contenzioso. Come quello di Pia Gardini, cugina dell’industriale Raoul, ora a Grosseto dopo aver vissuto a lungo negli Stati Uniti. Ha fatto causa alla Chiesa di Scientology — il movimento fondato da L.Ron Hubbard di cui lei stessa ha fatto parte — per la restituzione di un milione di dollari, circa due miliardi di lire. «Li ho spesi per i vari corsi di auditing — spiega —. Ero nello staff di vertice e non avrei dovuto versare alcunché». Ma non effettuò spontaneamente queste "donazioni"? «Sì — risponde — ma ero fragile e frastornata dal dolore per la morte e di mia madre e di mia figlia, avvenute nel ’90 e nel ’91. Nel ’95 ottenni la restituzione di 500mila dollari. Mi sono affidata a legali americani: la causa è per truffa e circonvenzione».

La "debolezza psicologica" è spesso la chiave di molte situazioni. A Firenze una ventina di ex Hare Krishna si sono costituiti in associazione presso lo studio dell’avvocato Nicola Moscardini. Hanno avviato più cause per ottenere il riconoscimento del lavoro svolto nella vendita di libri o nell’agricoltura. Ma è stato difficile dimostrare che non si trattava di una prestazione volontaria. «Lo scorso ottobre — precisa Moscardini — abbiamo promosso anche un’azione penale. Le ipotesi di reato, ora al vaglio della Procura, sono quelle di riduzione in schiavitù, estorsione e maltrattamenti». Molti degli ex seguaci che avevano ereditato cifre rilevanti — anche immobili, per centinaia di milioni — le hanno subito girate al movimento. Volontariamente? «Questo è il punto delicato su cui stiamo lavorando», conclude il legale.

Il denaro, talvolta, finisce all’estero. Il Telefono Antiplagio sta seguendo una quindicina di casi al Sud di persone coinvolte nei gruppi che si rifanno al controverso maestro orientale Osho Rajneesh, morto nel 1990 ostentando ricchezza e una collezione di Rolls Royce: «Ottengono fino a trenta milioni a testa anche da gente semplice, poi li portano in India».

Manipolazione mentale, lavaggio del cervello? Il problema ha sempre generato polemiche. «Noi — spiega Giovanni Panunzio, coordinatore del Telefono Antiplagio — stiamo promuovendo una petizione popolare per la riformulazione del reato di plagio, cancellato dalla Corte Costituzionale nel 1981. La situazione è grave. Il plagio, per i danni irreversibili che produce, dovrebbe essere considerato malattia mentale e punito severamente».

Lunedì 19 Marzo 2001

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